Come lavoro con l’età evolutiva
Cosa faccio?
Accolgo le richieste o le preoccupazioni dei genitori per trasformarle in domande mirate cui trovare risposta attraverso una consultazione o un più strutturato percorso di sostegno psicologico.
Quando i genitori si possono rivolgere a me?
- Nel caso in cui abbiano notato qualche difficoltà nella regolazione delle emozioni da parte del bambino (rabbia, tristezza, frustrazione, paure…) o negli abituali comportamenti (sonno, alimentazione, umore, relazione con gli altri, rispetto delle regole, funzioni evacuative, ecc.);
- Nel caso in cui i genitori volessero comprendere meglio come agevolare e supportare il bambino durante eventi importanti accaduti nella vita familiare o extrafamiliare (es. lutto di una persona cara, separazione dei genitori, importanti cambiamenti nell’organizzazione familiare…);
- In tutte le situazioni in cui i genitori hanno un dubbio o una preoccupazione rispetto allo sviluppo e alla crescita del proprio figlio e/o alla relazione con lui.
C’è un’età minima da considerare per il bambino?
Non c’è un’età minima da considerare. Lavoro con bambini di tutte le età (prescolare e scolare), con adolescenti e genitori.
Come lavoro?
Inizialmente incontro i genitori per uno o più colloqui, in seguito posso chiedere di conoscere il bambino per avere un’idea più diretta dei comportamenti o delle situazioni che possono destare preoccupazione nei genitori.
A seconda dell’esito del percorso conoscitivo, possono essere proposti:
- Un intervento psicoeducativo rivolto ai genitori;
- Un percorso di consulenza “partecipata” rivolto alla famiglia;
- Un percorso di sostegno alla genitorialità;
- Un percorso di psicoterapia rivolto al bambino o adolescente.
